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  • Cultura pedagogica

Alle radici della curiosità intellettuale dei bambini

In questo articolo racconteremo del felice incontro tra la pedagogia e la fisica, tra le scienze dell’educazione e quelle della natura, portando alla luce una riflessione che riteniamo valida in linea generale: la pedagogia, per evolvere, deve avvalersi del confronto con altre discipline scientifiche, anche di quelle apparentemente più distanti dal proprio campo d’azione.

 

È nell’interdisciplinarietà, infatti, che si scoprono nuovi punti di vista e nascono le idee più innovative. Vediamo quindi come giocano i bambini per comprendere come ci sia un legame profondo tra il loro gioco e le leggi del mondo fisico

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Cos’hanno in comune un bambino che fa rotolare su un piano inclinato dei coni e dei cilindri di cartone, una bambina che punta una torcetta sul muro di una stanza oscurata e un’altra che infila dei tappi di sughero dentro un tubo di plastica da idraulico?

Pur facendo cose molto diverse tra loro, stanno indagando come funziona il mondo che li circonda, attraverso gli oggetti che hanno a disposizione e agendo direttamente su di essi.

Il primo bambino osserva come, a differenza del cilindro, il cono non rotola diritto fino in fondo al piano, ma segue traiettorie inaspettate. La seconda bambina muove la torcia e osserva che la macchia di luce sul muro si sposta e cambia dimensione. La terza osserva che i tappi escono dall’altra parte del tubo dopo essere scomparsi per un attimo.

Sono bambine e bambini che frequentano il nido: hanno quindi un anno e mezzo, due o al massimo tre, e stanno facendo dei giochi semplicissimi che richiedono, dal punto di vista motorio, azioni basilari come lasciar andare, tenere in mano, muovere il braccio, infilare. Allora perché ripetono queste azioni più e più volte, allo stesso modo o con piccole variazioni? Perché la loro attenzione dura così a lungo in questi giochi, più che con i giocattoli veri e propri? Perché tutte le bambine e tutti i bambini sono spinti naturalmente a esplorare e indagare il proprio mondo per comprenderlo, metterlo in ordine, catalogarlo e modificarlo?

La risposta non può essere che una: questo bisogno è evolutivo, è cioè essenziale per l’evoluzione dell’essere umano (puoi approfondire questo argomento nel nostro libro Esplorare e conoscere il mondo.

Una sfida meravigliosa

Come educatrici, educatori e genitori, queste considerazioni ci pongono una sfida importante: sostenere la curiosità intellettuale dei bambini e delle bambine, il loro desiderio di conoscenza, la gioia e la soddisfazione nell’apprendere e nello scoprire cose che prima non sapevano e il senso di meraviglia che manifestano spontaneamente nella primissima infanzia. Non perché vogliamo che diventino futuri scienziati, ma perché, qualunque percorso scelgano di intraprendere, conservino il desiderio di relazionarsi al mondo e di interrogarlo con mente aperta e curiosa.

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Per riuscire a raggiungere questo obiettivo, abbiamo bisogno di imparare a “vedere” cosa passa per la testa dei bambini e delle bambine, per poi preparare per loro contesti di esplorazione adeguati. Per farlo, dobbiamo conoscere non solo il loro sviluppo cognitivo, motorio, emotivo e sociale, ma anche avere conoscenze di base su come è fatto e come funziona il mondo fisico.

 

Sembra scontato, invece non è così, perché basandoci sulle nostre convinzioni e credenze o semplicemente non tenendo conto di piccoli ma importanti accorgimenti, spesso prepariamo per loro dei contesti non corretti, aspettandoci che poi li esplorino e magari scoprano qualcosa, o addirittura ci mettiamo noi a spiegare loro come funzionano le cose del mondo perché non lo hanno scoperto da soli. Oppure semplicemente non proponiamo loro certe esperienze perché non prendiamo in considerazione la possibilità che i bambini piccoli possano indagare taluni aspetti del mondo con le loro sole forze e competenze

Coltivare la curiosità

Ecco quindi spiegato perché l’incontro tra le scienze dell’educazione e la fisica è così felice: perché ci permette di prendere decisioni, progettare contesti, osservare e agire sul piano educativo con un bagaglio di strumenti professionali più completo, utile a saper cogliere – con profonda fiducia nelle capacità dei bambini anche molto piccoli – i loro interessi e a saperli valorizzare.

Ma come è possibile sostenere efficacemente il desiderio di conoscenza dei più piccoli attraverso la fisica? Trovi alcune indicazioni utili nell’articolo Nutrire la curiosità intellettuale dei bambini

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