1. Partiamo dal presupposto che bambini e bambine non sono mai troppo piccoli per esplorare la realtà, ognuno a proprio modo e con i propri tempi. Dapprima una realtà ristretta al raggio delle loro braccia e semplice come un singolo oggetto, poi una realtà sempre più ampia e complessa che vede interagire tra loro oggetti e materiali grazie all’azione del bambino stesso.
2. Conosciamo bene i bambini e le bambine che accompagniamo nella crescita, i loro interessi ma anche la loro capacità di concentrarsi, porre attenzione e agire sui diversi fenomeni del mondo: amano il movimento, impilare oggetti, manipolare granulari, usare forme e colori? A cosa si appassionano?
3. Partiamo dalla nostra conoscenza del mondo fisico: cosa sappiamo di come rotolano coni e cilindri? Cosa sappiamo di come una torcia fa luce su un muro o dentro un contenitore di metallo o attraverso un foglio forato? Cosa sappiamo di come cadono le cose? Ma non limitiamoci alle nostre conoscenze: proviamo a prendere in mano questi oggetti e a trovare le risposte giocando con essi, proprio come fanno le bambine e i bambini. Altrimenti le nostre aspettative di adulti metteranno un filtro non solo ai nostri occhi, ma anche alle nostre menti, che daranno un’interpretazione ben precisa e sostanzialmente pregiudizievole a “cosa passa per la testa dei piccoli”.