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Costruire è il gioco più bello/2

 

Costruire (inventare, sperimentare, fare progetti) coinvolge la sfera affettiva, delle relazioni, delle emozioni e dell’immaginazione. Da mio, io, no aiuta a passare a tu, noi, sì e ad aprirsi alla potenza della gentilezza. 

Per questo il gioco delle costruzioni è un gioco che può aiutare a costruire ponti di pace e città gentili. 

Costruire genera in bambine e bambini nuove possibilità di esplorazione e pensiero, anche nei conflitti fra bambini e con gli adulti: in questo spazio si gioca in piccolo gruppo, attraverso la condivisione di un progetto iniziale che comporta confronti, discussioni, rivisitazione delle proprie idee, narrazioni e immersioni sensoriali, capaci di favorire sensibilità, empatia e conoscenze.

Attraverso il linguaggio costruttivo i bambini mettono in atto processi autoregolativi, si attivano i circuiti di riflessione in cui la pianificazione, il controllo, la trasformazione e l’ideazione consentono la visione dei mondi interiori condivisi di tutti i bambini e sostengono le abilità sociali.

Man mano che si sviluppano queste abilità il bambino impara a vedere la propria mente e quella degli altri: vedere con la mente significa fare attenzione alle immagini, ai pensieri e alle emozioni, imparando a trovare un equilibrio fra l’importanza della propria vita interiore e quella della vita degli altri.

La mindsight (vista della mente), costituisce la base dell’intelligenza emotiva e sociale, consente ai bambini di imparare che sono parte di un mondo più ampio di relazioni, in cui le emozioni sono importanti e i rapporti interpersonali sono fonte di senso, gratificazione e piacere.

La potenza della gentilezza

Il bambino deve apprendere le abilità relazionali: ‘mio’ e ‘tuo’, ‘no’, ‘non voglio’ predominano nel vocabolario dei piccoli che ogni giorno imparano ad affacciarsi al mondo delle relazioni, dove è possibile trovare nell’incontro con l’altro lo spazio buono dove imparare ad essere gentili, maturando uno stato ricettivo nei confronti delle relazioni, uno stato mentale di apertura e fiducia all’insegna del ‘si’ e del ‘noi’.

La gentilezza è potente! Si muove e smuove come un’onda tra le isole del mondo, genera connessioni e ponti tra culture, connette il comportamento pro-sociale e la sua influenza su salute e benessere.

I bambini iniziano a vivere e a capire tutto questo quando agiscono sentimenti ed emozioni nel gioco con gli oggetti e con le relazioni: il bambino nella ricerca di una soluzione, una forma, un progetto mostra capacità di adattamento, stabilità, flessibilità, creatività e capacità di comprendere sé stesso e il mondo che lo circonda. Ecco anche perché costruire è un gioco bellissimo, il gioco più bello!

Fila tappi

Possiamo costruire ponti, palazzi altissimi, città, mari e cieli nuovi.

Possiamo immaginare di vivere in una città gentile, dove l’esperienza di benessere si raggiunge coltivando e sviluppando i valori-ponte, motori evolutivi straordinari: empatia, gentilezza, compassione, perdono e gratitudine. Sono questi i valori che ci permettono di sopravvivere in un’armonia globale e planetaria, e che possono essere sviluppati e portati a compimento in tutte le culture, perché funzionali alla sopravvivenza della specie e all’equilibrio dell’ecosistema naturale

Sono una strategia evolutiva vincente rispetto alla violenza e alla competizione, creano senso di identità a partire dalla cura e dal valore della reciprocità. Il sapere andare oltre sé stessi si fonda sul principio di relazione e di reciprocità, sulla consapevolezza che il sé e la comunità sono intrinsecamente interconnessi.

Il principio di reciprocità rappresenta quindi il codice etico e civile alla base della relazione, della convivenza pacifica, della legittimità, della giustizia, del riconoscimento dei diritti altrui, dell’uguaglianza e della libertà.

ponti

Cosa significa tutto questo per la mente dei nostri figli e figlie?

Significa innanzitutto che i modelli relazionali di cui fanno esperienza nei sistemi di vita (la famiglia, il nido, la scuola, il gruppo dei coetanei, etc.) pongono le basi per il modo in cui si relazioneranno agli altri, per imparare a condividere e a sentire, a fare delle rinunce e ad ascoltare, ad assumersi la responsabilità di diventare grandi e quindi a comprendere la complessità dei contesti.

Significa anche che l’adulto può insegnare ai bambini a costruire la pace iniziando a costruire con loro uno stato recettivo nei confronti delle relazioni, riconoscendo nella diversità una ricchezza che comprende ogni ambito dell’esistenza.

Ogni abbraccio, sorriso, litigio, discussione viene assorbita dal cervello influenzando direttamente il nostro stato mentale (contagio emotivo). Questo livello di consapevolezza ci rende liberi di desiderare di essere felici e di
creare una vita che si ama!

Ma da dove iniziare? Sin da piccoli e sempre e ancora giocando!

Sotto forma di mattoncini, creando forme nella sabbia o nel fango, inventando esperimenti scientifici e risolvendo problemi, costruendo un castello o una torre altissima, guardando una fonte luminosa verso terre fantastiche.

Quando si completa una costruzione o un’attività si costruisce nel bambino fiducia e resilienza, intesa come capacità di comprendere, di resistere e riprendersi in condizioni di difficoltà o conflitto cognitivo.

Il bambino vede e vive una dimensione integrata negli oggetti e dentro di sé: il mondo fantastico, compreso e costruito, restituisce al bambino armonia d’insieme, quindi uno stato di benessere mentale ed emotivo contagioso. Per tutto questo, costruire è il gioco più bello: cambiando l’intimità del nostro sentire possiamo cambiare il nostro destino. Goccia dopo goccia, per ricordare che in questa Terra siamo insieme!

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