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  • Idee per il nido

Cos’è un laboratorio?

Parlare di laboratorio significa fare riferimento all’imparare facendo, a quella particolare immersione del bambino nell’esperienza che lo porta, con l’aiuto dell’adulto, ad “agire per pensare” e “pensare per agire”.

Vediamo le sue caratteristiche in un breve estratto dal testo “Abitare il nido” di Rosanna Zanoni.

Per sfogliare il libro clicca QUI.

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Processo di elaborazione

Il laboratorio è innanzi tutto un contesto nel quale il bambino e-labora nel senso che nello stesso tempo lavora e pensa. Il laboratorio è infatti essenzialmente un luogo del fare, nel quale il bambino agisce sulla base di un progetto che in modo più o meno chiaro ha in mente.

Il bambino, mentre fa, vede ciò che fa e ciò che succede mentre fa, prendendo così atto dell’efficacia e delle conseguenze delle sue azioni. A volte agisce a caso, ma a poco a poco impara ad agire sulla base di uno scopo. Il bambino nel laboratorio, dunque, non solo agisce ma riflette sulle proprie azioni e sugli esiti finali che le proprie azioni comportano. A poco a poco impara non solamente a compiere quella determinata azione o ad attivare quel determinato processo, ma diventa, per così dire esperto in relazione a tale contesto.

 

Contesto interattivo

Il laboratorio è un luogo nel quale sono presenti oggetti, strumenti e materiali specifici; non è però mai un fatto esclusivamente tecnico: è anche – e noi diremmo soprattutto – un contesto interattivo nel senso che il bambino non è mai solo, è sempre insieme agli altri bambini. Anche quando svolge un compito individuale non può fare a meno di vedere che cosa fanno gli altri, come agiscono di fronte a particolari situazioni e come risolvono i problemi che si presentano.

La presenza nel laboratorio del gruppo ha una funzione insostituibile: i bambini mentre imparano, nello stesso tempo imparano a imparare e lo fanno con massimo profitto se sono in presenza degli altri bambini. Non è infrequente che un bambino trovi una soluzione soddisfacente alla soluzione di un problema quando ha visto le soluzioni adottate dagli altri.

Per queste ragioni per laboratorio al nido dobbiamo essenzialmente intendere:

Uno spazio appositamente dedicato, come ad esempio una stanza a parte o un contesto al di fuori della sezione (e non sempre necessariamente all’interno delle mura del nido) al quale accedere sulla base di un progetto che si ha in mente.

Uno spazio attrezzato e dotato di caratteristiche specifiche in rapporto a un fine definito. Il laboratorio è uno spazio specializzato in modo più puntuale e finalizzato rispetto all’angolo o al centro di interesse e va modificato in funzione degli interessi e delle competenze dei bambini.

Sia un luogo di attenzione nel quale il bambino si immerge per concentrarsi sull’esperienza che sta scoprendo o su cui sta agendo (quasi astraendosi dal mondo che sta intorno), sia un luogo di scambio e di confronto con gli altri sul piano relazionale, cognitivo, emotivo.

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Alcuni esempi di laboratorio:

  • laboratorio della narrazione, in cui si possono allestire il kamishibai, la scatola dei personaggi, il teatro delle ombre, una biblioteca;
  • laboratorio della luce, che cambia in base all’età dei bambini e si attrezza con torcette, lampade, filtri colorati, oggetti riflettenti, opachi e bucati, tavolo luminoso o proiettore;
  • il laboratorio della sabbia, che può contenere le scatole azzurre, oppure uno spazio ispirato allo “Strandgut” ideato da Ute Stoltenberg;
  • il laboratorio dell’arte, che può spaziare dalle arti plastiche a quelle pittoriche, dai collage alle composizioni, dalle superfici orizzontali a quelle verticali;
  • il laboratorio della costruttività, che contiene oggetti e superfici diverse, di tante dimensioni e forme per portare avanti progetti e sperimentare l’equilibrio;
  • il laboratorio della natura, dove in ogni stagione si trovano elementi naturali da esplorare, dalla paglia alle zucche, dai fiori all’erba, dai rami alle foglie alle erbe officinali.

Non tutti i nidi hanno lo spazio per allestire più di un laboratorio, a causa dei loro vincoli strutturali. Per questo è importante la flessibilità.

La stanza insolita costituisce un’alternativa al laboratorio fisso: per un certo periodo funziona da atelier, per poi trasformarsi in teatro, poi in laboratorio scientifico, in seguito ancora officina della costruttività e così via. È uno spazio che periodicamente viene riorganizzato sulla base di un piano di lavoro aperto e flessibile che prevede tappe di lavoro e offerta di esperienze successive, fungendo da catalizzatore periodico dell’attenzione dei bambini e delle offerte formative da proporre.

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